Lettera ai sindacati

Sono una traduttrice e in qualità di libera professionista senza ordine né albo, sono obbligatoriamente iscritta alla Gestione Separata dell’INPS dal 1996, cioè da 15 anni. Al contrario di quanto afferma il direttore dell’INPS Mastrapasqua: “… per questo sottolineo che nelle banche dati INPS non c’é nessuna persona che risieda nella Gestione Separata per più di 5 anni e mezzo.”La stragrande maggioranza dei traduttori/interpreti opera da sempre quale libero professionista e come tale paga per intero l’aliquota INPS; al committente è possibile, non obbligatorio, addebitare solo una rivalsa del 4%.
Apprendo dalla stampa che il Governo avrebbe l’intenzione di aumentare l’aliquota previdenziale della Gestione Separata dell’INPS dall’attuale 26,72% al 33,72%, ben 7 punti percentuali in più.
Tale aumento rientrerebbe nel quadro della prossima manovra da 40 miliardi di Euro. Ecco allora la conferma che la Gestione Separata dell’INPS non è un istituto previdenziale, bensì un istituto di imposizione fiscale per fare cassa!
7 punti percentuali in più sono l’ennesimo vergognoso salasso nei confronti di chi dopo 15 anni di versamenti alla Gestione Separata dell’INPS percepisce in media 110 Euro netti al mese. Sì, è questa la pensione di un traduttore!
7 punti percentuali in più, con tutte le dovute proporzioni, quali vantaggi ci darebbero, 130 Euro al mese invece di 110?
E la copertura per malattia dove sta? Peccato che noi liberi professionisti “scassati”, pur pagando come gli altri (Co.Co.Pro) e con possibilità minima di rivalsa, non abbiamo questo diritto. In particolare l’indennità giornaliera di malattia (senza ricovero) incredibilmente a noi non è riconosciuta. Infatti, è dal 2007 che ho un ricorso in piedi con l’INPS per una malattia certificata. Noi rientriamo quindi in quella piccola fetta per la quale non ricorrono i presupposti per accedere a tutte le prestazioni.
E’ da anni che chiediamo che la Gestione Separata dell’INPS venga riformata e che al suo interno si distinguano due tipologie di contribuenti: i parasubordinati e i liberi professionisti senza ordine o albo, cioè le Partite IVA “vere” che prestano la loro opera alle imprese e alle istituzioni. E’ da anni che chiediamo che i coefficienti di trasformazione vengano modificati e livellati a quelli adottati per i lavoratori dipendenti, in quanto di fatto noi versiamo la stessa percentuale contributiva dei lavoratori dipendenti. Senza tale modifica i nostri versamenti varranno sempre molto, ma molto meno di quelli dei lavoratori dipendenti e la nostra pensione sarà sempre molto, ma molto più bassa rispetto a quella di tali lavoratori.
L’Associazione Italiana Traduttori e Interpreti fa parte della Consulta delle Professioni della CGIL e oltre un anno fa ha sottoscritto, assieme alle altre associazioni aderenti, l’APPELLO AL GOVERNO E AI GRUPPI PARLAMENTARI Come riformare le Partite Iva e il lavoro professionale, che contiene le rivendicazioni sopraccitate.
Le domande sono: a che punto siamo? La CGIL ha intenzione di essere anche il sindacato delle Partite IVA? La Consulta delle Professioni della CGIL ha intenzione di mobilitarsi contro l’aumento dell’aliquota della Gestione Separata INPS?
Occorre concertare un’azione, senza perdere tempo. Siamo stufi di essere “lavoratori abbandonati”. Fra un po’ diventeremo il “popolo verde”…. bile, perché saremo – nel vero senso della parola – assolutamente al verde!

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